La comunicazione nell’epoca (post)pandemia – pt 1
Comunicazione interna, social media e dati sono asset strategici per le aziende in quest’anno di ricostruzione dopo l’epidemia. La prossima settimana affronteremo altre tendenze legate sempre al macro-argomento comunicazione, tra cui audio, sostenibilità e diversity & inclusion
Un anno fa, più o meno in questo periodo, l’insorgere della pandemia di Covid nel mondo ha stravolto nelle fondamenta il comparto della comunicazione, portando una rivoluzione nel settore. Eventi sportivi cancellati, fiere rimandate, viaggi interrotti: passato lo choc e sedimentate alcune abitudini destinate a permanere nel tempo come un modello di lavoro in cui il peso dello smart working sarà maggiore rispetto al passato, tentiamo di identificare le aree più calde della comunicazione nell’epoca (post)pandemia grazie anche all’ausilio di ricerche e articoli su un tema sempre più trasversale.
Comunicazione Interna
Lo smart working ha avuto conseguenze variegate sulle modalità di interazione e collaborazione tra colleghi, privandoli di uno degli elementi più preziosi: il contatto fisico. Caffè, colazioni e aperitivi virtuali non saranno sufficienti a sostituire il valore umano e nemmeno gli strumenti cloud che oggi più che mai ci supportano quotidianamente. Eppure dovremo abituarci perché sono e saranno sempre più la realtà presente e futura. Anche per questo il tema della comunicazione interna è oggi prioritario, con l’urgenza di soddisfare una domanda: com’è possibile favorire lo scambio tra le risorse umane in un periodo di lockdown e smart working?
La premessa è ovviamente infrastrutturale: disporre degli strumenti adeguati per gestire il flusso informativo. Le multinazionali vantano sicuramente un’architettura più rodata e una maggiore capacità d’investimento ma oggi i tool per la produttività sono esplosi anche tra le PMI, drenando enormi benefici ad aziende come Zoom, Microsoft, Google e Amazon. Per compiere il passo successivo e generare engagement tra i propri impiegati si possono adottare soluzioni più avanzate ma sicuramente in grado di aumentare i benefici interni diffondendo e creando valore:
1) Newsletter: anche nel 2021 uno degli strumenti capace di proporsi come alternativa al caos algoritmico dei social e alla selva informativa di internet, schiava del ranking di Google, è la newsletter. Non è un caso che servizi come Substack abbiano guadagnato attenzione tra addetti ai lavori e pubblico, ma al di là dei singoli casi la newsletter consente di verticalizzare l’informazione e creare un appuntamento fisso di aggiornamento e stimolo, che non sia auto-referenziale ma incentivi il pensiero strategico e lo studio della concorrenza con finalità di miglioramento e crescita. Si tratta di un prodotto per molti vetusto e che implica dei costi, seppur limitati in rapporto ai vantaggi che è in grado di restituire. Le potenzialità delle newsletter riguardano anche la comunicazione esterna e il giornalismo, grazie anche alla capacità d’approfondimento che sono in grado di offrire al lettore.
2) Gamification e VR: in un mondo dove la soglia d’attenzione è sempre più bassa, attingere alla gamification e alla realtà virtuale può essere un ottimo modo per aumentare il coinvolgimento dei dipendenti con un’operazione originale di comunicazione interna. Sono pratiche diffuse nel mondo consumer e negli eventi, e possono essere usate con successo anche in ambito HR o per guidare le promozioni a tutti i livelli societari. Almeno finché non sarà possibile tornare agli eventi fisici. In questo modo l’employee experiencing influirà positivamente sul sentiment aziendale. Tra gli esempi, in questo caso pre-pandemia, citiamo L’Oréal, che utilizza sistemi di visualizzazione immersiva nelle riunioni del laboratorio di New York, simulando la presenza a scaffale dei propri prodotti beauty.
Fonte: Contact Monkey
La comunicazione social: tra streaming e live
La comunicazione istituzionale di un’azienda e la sua capacità di produrre news rilevanti non possono certo prescindere da strumenti classici come il comunicato stampa in grado di richiamare l’eco dei media tradizionali, ma oggi i social sono un canale privilegiato per parlare a pubblici ampi e segmentati. Lo dimostrano i dati SimilarWeb, che proiettano queste piattaforme nell’Olimpo degli attori di internet per uso quotidiano: è qui dove trascorriamo il nostro tempo. Nonostante un disimpegno delle piattaforme nell’area politica (che ha un’incidenza notevole per l’informazione), le news rimangono un fattore importante e complementare all’entertainment nella fruizione del mezzo. In questo caso sono i dati di Reuters Digital Institute a ribadire come social e search siano i canali più comuni per accedere a siti di news, oltre al direct.
E le aziende cosa possono fare? Non è semplice rispondere alla questione ma alcune tendenze possono indicare la strada seguire: a partire dalla trasformazione in atto dei social da luoghi di discussione a centri commerciali, testimoniata dal crescente peso del social commerce e descritta dall’esperto Vincenzo Cosenza (ne abbiamo parlato nel nostro ultimo blogpost). Il live streaming può essere un’ottima soluzione per rispondere a obiettivi di sales, delle proprie e vere televendite social sul modello cinese.
Sono dunque lo streaming e i live i fenomeni da evidenziare quando si parla di comunicazione social. Bisogna però prestare attenzione per via delle difficoltà connesse al controllo di tool di questa tipologia: in questo senso l’intelligenza artificiale può essere un valido supporto garantendo la brand safety dei contenuti. Tra i settori che stanno sperimentando una comunicazione del genere spiccano i grandi brand della moda e del lusso che, in attesa di tornare nella girandola delle sfilate e delle fashion week, hanno prodotto numeri da capogiro nella presentazione delle nuove collezioni in diretta tra sito e social, Gucci ne è un esempio. Generalizzando ad altri comparti non possiamo non ricordare Unieuro, che con un tono e uno stile unico produce volumi invidiabili sui social, riuscendo a trasformare prodotti poco o per niente appealing come una lavatrice in un caso di interesse nazionale. Una strategia che prova a rompere le regole e a stravolgere la comunicazione. Un ultimo esempio riguardante il live, è la presentazione dei telefoni con dirette social, come ha fatto Xiaomi lunedì mattina, in partnership anche con alcuni editori, ormai per la gran parte dotati tutti delle proprie televisioni online.
La comunicazione data-driven e lead generation
Il sentimento d’incertezza intorno alla pandemia di Covid ha contagiato diversi brand e dovrebbe averli portati a riporre l’attenzione verso tematiche concrete come un approccio strategico data-driven e finalizzato alla lead generation. Ne parla Lewis Communication, proponendoli entrambi come trend del nuovo anno. Da un lato sarà fondamentale avere accesso a dati aggiornati sulle performance di altre aziende, monitorando la concorrenza e orientando le proprie decisioni di business (e quindi anche di comunicazione) a partire dall’osservazione dei comportamenti dei consumatori. Dall’altro occorrerà considerare un contesto senza cookie, dove sarà più complesso reperire informazioni e dove Google promette di farla ancora una volta da padrone.
Parlando invece di lead generation, a fare la differenza è l’implementazione proattiva del giusto mix di tattiche digitali come search, SEO, direct email, marketing, quanto mai preziose a portare contatti. Un ulteriore fattore qualificante è sicuramente l’offerta di un sito web ottimizzato, quale base per generare conversioni e business. Anche in questo caso l’assenza di eventi e incontri one-to-one impatta e impatterà sulla capacità di generare new business e trasformare i prospect in clienti. Con una certezza: chi fa comunicazione (agenzie, aziende, giornalisti) deve affidarsi ai dati.
Credits Immagine Canva.com
Fonti dall’articolo per approfondire:
- Le tendenze della coroporate communication
- La comunicazione interna: coinvolgere i dipendenti
- VR per la comunicazione interna
- La fruizione delle news in Italia
- Il record Gucci alla Milano Fashion Week di luglio 2020
- Intervista al SMM di Unieuro
- Xiaomi sceglie la diretta per lanciare il Mi 11
- La comunicazione data-driven